Piogge a gennaio alla Riserva Karen Mogensen: è una anomalia?
In questi giorni di inizio 2023, mentre stiamo analizzando i dati meteoclimatici raccolti dalla nostra Stazione nel 2022, osserviamo un’inconsueta attività temporalesca in un periodo solitamente ascritto alla stagione secca.
Giunge spontanea la domanda, è una conseguenza dei cambiamenti climatici o un effetto del perdurante periodo di raffreddamento dell’oceano Pacifico per La Niña?
La risposta non è facile e nemmeno può essere un secco si o no. Le osservazioni fin qui raccolte alla Riserva Karen Mogensen comunque ci aiutano.
Oggi, 9 gennaio, fin dal mattino si osservava dalla webcam una spiccata attività di nubi cumuliformi. Nel pomeriggio un sistema temporalesco dalla zona di Puntarenas si è spostato sul mare, guadagnando energia dal calore latente di condensazione rilasciato dall’oceano e che ha alimentato con aria umida un ampio cumulonembo. Nel pomeriggio si sono osservate forti piogge fra Cobano, Montezuma e Cabuya dove già ieri sera era piovuto. Alla riserva si sono osservate precipitazioni deboli il giorno 8, 0.8 mm, più consistenti il 9, 10.4 mm.
Dal punto di vista meteorologico si osserva la presenza più a nord del normale della “Monsoon Trough”, una zona depressionaria allargata della ITCZ, la zona di interconvergenza tropicale che il giorno 9, dalla mappa NOAA, si osserva proprio sulla Penisola di Nicoya.
Interessante poi notare che nel quadro del periodo di ciclo freddo de La Niña, la zona di oceano Pacifico al largo della Penisola di Nicoya è più calda del normale di circa 1-1.5°C.
Citiamo anche, testuale, il servizio Meteorologico di Costa Rica che il giorno 9 scrive “L’incursione di umidità dai settori marittimi favorirà la presenza di nuvolosità ed episodi di precipitazioni sparsi. Gli alisei moderati nelle prime ore del giorno provocheranno nuvolosità e possibili piogge nelle regioni dei Caraibi e della Zona Nord; Nel pomeriggio il progressivo indebolimento dell’andamento dei venti favorirà l’ingresso di brezze dall’Oceano Pacifico, provocando sviluppi nuvolosi e piogge in alcune zone del Pacifico, in particolare nella parte meridionale. “
La nostra Stazione meteo è in funzione continuativa da febbraio 2017, da allora ha registrato piogge a gennaio 2018, per 51.6 mm, e a gennaio 2020 con 55.2 mm. Deboli piogge si sono registrate anche nel gennaio 2021, ma per soli 3.0 mm e qualche goccia, 0.6 mm nel 2019. Precipitazioni assenti totalmente nel gennaio 2022.
Dunque di per sé non appare straordinaria la pioggia a gennaio, ma andrà comunque monitorata la situazione dei prossimi giorni nonché dei prossimi anni. L’osservazione meteoclimatica diretta e sistematica è infatti fondamentale e viene richiamata anche dall’accordo di Parigi sul clima e da un documento della recente COP27 in Egitto.
Luca Lombroso, Meteorologo AMPRO – Osservatorio Geofisico del DIEF UNIMORE, socio e membro della Giunta Direttiva di Foreste per Sempre OdV.
A margine della nota di Luca Lombroso sul fenomeno meteorologico dei passati giorni, bisogna menzionare la ricaduta che un tale evento ha potuto avere sull’andamento biologico stagionale della vegetazione sia naturale che delle coltivazioni e la ricaduta sulle specie animali.
È il momento della piena fioritura per molte specie arboree che fanno delle chiome del bosco un collage di colori e un sicuro approvvigionamento alimentare per molte specie di insetti tra cui le api, che tra i vari generi, comprendono le Melipona, che gli apicoltori locali utilizzano ricavando un miele molto prezioso.
Queste forti piogge sono state purtroppo un evento piuttosto dannoso facendo cadere in gran quantità i fiori che avrebbero potuto alimentare le api per alcune settimane in questo periodo strategico per esse.
Ma è stato dannoso anche per alcuni tipi di coltivazioni tipici della zona come melonai e cocomeraie che hanno potuto subire perdite consistenti perché anch’esse sono nel periodo di fioritura. Si spera per questo che il fenomeno sia stato occasionale e non una conseguenza persistente del cambio climatico.
La stazione Bioclimatica “Italia Costa Rica” è nata appunto per studiarne gli effetti sui cicli biologici delle specie animali e vegetali presenti nella Riserva e nelle zone limitrofe per aiutare una gestione più oculata delle risorse naturali e delle produzioni delle aree coltivate.
Prof. Dario Sonetti – Direttore scientifico della Stazione Bioclimatica “Italia Costa Rica”
pioggia a Montezuma di Cobano nella serata dell’8 gennaio 2023 (foto Luca Lombroso)