Violento nubifragio colpisce la Riserva Karen Mogensen

Luca Lombroso, Meteorologo AMPRO e volontario Foreste per Sempre odv

La riserva Karen Mogensen e le zone circostanti, come la valle del Rio Blanco, sono state colpite lunedì 22 luglio 2024 da un violento nubifragio. Grazie ai dati raccolti dalla stazione meteorologica posta alla Stazione Meteoclimatica e Biologica “Italia Costa Rica”, analizziamo cosa è successo dal punto di vista meteo sinottico e gli eventuali legami con i cambiamenti climatici.

I dati meteo e le immagini della webcam

 Fortunatamente nel giorno dell’evento sono risultate funzionanti sia la centralina meteo che la webcam, che hanno fornito preziosi dati visualizzati in tempo reale nel sito www.biometeo.org e come archivio al server e al database dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, Università di Modena e Reggio Emilia.

Per quanto riguarda la webcam, il timelapse mostra fin dal mattino un rapido sviluppo di nubi cumuliformi, con un cumulonembo già presente in tarda mattinata ma che non ha colpito direttamente la riserva Karen Mogensen. Nel pomeriggio i cumuli tendono ad addensarsi anche sulla riserva, con nubi cupe e minacciose da cui dalle 16 circa iniziano a notarsi gocce di pioggia così grosse da essere visibili dalla webcam. Non sembrano visibili fulmini e lampi. Il forte nubifragio prosegue fino all’imbrunire.

Quanto ai dati meteo, il pluviometro registra le prime deboli precipitazioni alle 15:40 locali, con rapida intensificazione e piogge costantemente molto intense fino alle 17:15, seguite da deboli precipitazioni residue. La massima intensità si è registrata alle 16:40, con 9.4 mm misurati in 5 minuti, mentre il picco istantaneo di intensità di precipitazioni si è riscontrato alle 17:10 con 188.8 mm/ora.

Nel complesso sono caduti nella giornata 141.6 mm, la maggior parte, 138.8 mm, concentrati nelle  3 ore dalle 15 alle 18, con un massimo orario di 90.2 mm fra le 16 e le 17.

Nulla di rilevante emerge dall’andamento della temperatura, dopo una massima di 29.5°C alle 12:35 durante il nubifragio si riscontrano 28°C a inizio precipitazioni con calo a 22-23°C nelle fasi più intense.

Interessante l’andamento della pressione atmosferica, con un iniziale aumento anche durante le precipitazioni, seguito da un calo di circa 2 hPa a fine fenomeno, verso le 19 e nuovo successivo aumento, con accenno a un classico “dente di pressione” nell’andamento barometrico.

La situazione meteo

L’istituto meteorologico nazionale di Costa Rica nell’avviso emesso alle 1:45 pm del 22 luglio 2024 indicava che “La vicinanza della Zona di Convergenza Intertropicale  (ITCZ) al territorio nazionale sta portando un significativo apporto di umidità e instabilità. Questo sta causando la formazione di nuvole e, di conseguenza, episodi di forti piogge localizzate e temporali nel pomeriggio, che potrebbero persistere all’inizio della serata.”

Di questo si trova conferma nelle mappe, la ITCZ passava proprio sulla Costa Rica, e all’orario dell’evento le immagini da satellite mostravano un grande addensamento di nubi convettive, forse anche con caratteristiche di MCC. Un MCC (Mesoscale Convective Complex) è un vasto sistema di temporali organizzati che copre un’area di almeno 100,000 km² e dura almeno 6 ore. Caratterizzato da una forma circolare o ellittica, un MCC si sviluppa nel pomeriggio, raggiunge il massimo sviluppo durante la notte e si dissipa al mattino. Produce precipitazioni intense, forti venti, grandine e fulmini, e può causare inondazioni locali. È comune nelle Grandi Pianure degli Stati Uniti durante l’estate, ma può verificarsi ovunque, incluso i tropici, se le condizioni atmosferiche siano favorevoli. 

L’immagine da satellite poi analizzata a fondo indica nella zona una temperatura al top delle nubi di 197°K (-76°C), valore notevole che lascia suppore nubi alte ben 15-16000 metri.

Confronto storico delle piogge

 Disponiamo di dati quasi continuativi da inizio 2017, un periodo breve per la climatologia ma già questi 8 anni ci forniscono importanti informazioni.

Questa piogge risulta, sulle 24 ore, la seconda più abbondante, superata dall’evento, altrettanto alluvionale, del 3-5 ottobre 2018, in cui caddero addirittura 422.6 mm nei tre giorni, con picco di 244.4 mm il 4 ottobre 2018. E’ invece la più abbondante per il mese di luglio, il precedente massimo era il 3 lugl 2020 con 105.0 mm.

Risultano invece record assoluto da inizio delle nostre misure le precipitazioni oraria di 90.2 mm e trioraria di 138.8 mm.

Legame coi cambiamenti climatici

L’attribuzione ai cambiamenti climatici degli eventi forti precipitazioni è un tema complesso e che richiede approfondite analisi con modelli.

Ci limitiamo qui ad alcune considerazioni senza trarre conclusioni definitive: senz’altro luglio, benchè talvolta caratterizzato dal “veranillo”, il breve periodo stabile in stagione piogge, è un mese comunque molto piovoso, con una media nella zona di Karen Mogensen di 390 mm calcolata sulle “renalisi”. Dunque è lecito attendersi precipitazioni molto intense, come avvenuto nel citato luglio 2020 e anche in parte nel 2017.

Dal punto di vista dei cicli El Niño o La Niña, attualmente siamo in una fase circa neutra, è terminato El Niño ma non è ancora subentrata   La Niña, per cui non possono questi cicli aver influito sul fenomeno osservato.

Guardando alle temperature del mare in dettaglio, si osserva una leggera anomalia negativa dell’Oceano Pacifico circostante la Penisola di Nicoya, mentre il Mar dei Caraibi è nettamente più caldo della media.

In genere, in un clima più caldo come quello in corso è disponibile più “acqua precipitabile”, ogni grado di aumento di temperatura aumenta infatti del 7% il carico di umidità che può contenere l’atmosfera.

In sintesi questo evento potrebbe essere comunque un evento intenso tipico della stagione delle piogge, ma senz’altro è possibile che il cambiamento climatico abbia concorso a renderlo più estremo.

Previsione e prevenzione di questi fenomeni

 Le strategie di mitigazione e di riduzione dei gas serra, essenziali, avranno effetto solo in futuro, e non possono ormai più evitare eventi estremi, al più se attuate (ma il mondo è in forte ritardo sull’applicazione dell’Accordo di Parigi sul clima) possono evitare che questi eventi degenerino ulteriormente e divengano ingestibili.

Questi eventi, in genere, sono ormai parte del resto di una “nuova normalità”: piogge simili e anche più abbondanti si sono verificate anche in Emilia Romagna il 23-25 giugno 2024 con piene e locali alluvioni nel modenese, e il 16-17 maggio 2023 in Romagna con la drammatica alluvione.

E’ dunque necessario anche l’adattamento, che non è e non deve essere alternativo alla mitigazione. La Costa Rica risulta abbia già un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.

A livello locale e di comunità comunque la Stazione Italia Costa Rica, con l’azione dell’associazione Foreste per Sempre, può farsi portavoce di formazione alla popolazione e ai turisti sulle norme di comportamento in caso di questi eventi. Già durante una passata edizione della “field School” con studenti di UNIMORE fu fatto un seminario “Attenti Al Meteo”, corso mirato appunto alla autodifesa dagli eventi estremi.

Altro tema, da approfondire, è quello degli allerta meteo precoci, per avvisare preventivamente la popolazione. Questo argomento però è più complesso anche operativamente.

I problemi della stazione meteo

 Per ultimo, qualche considerazione sulla stazione meteo. Da diverse settimane la centralina meteo presentava problemi hardware alla suite dei sensori, con perdita del segnale e dei dati. Per fortuna, grazie al coordinamento con Alex Bolenos, si è almeno temporaneamente risolto il problema cambiamento la batteria interna dei sensori, e proprio nel giorno dell’evento i dati sono risultati completi e di buona qualità.

Purtroppo dal 24 luglio riscontriamo di nuovo problemi tecnici, il che fa presumere importanti problemi alla scheda di trasmissione, che probabilmente dovrà essere sostituita.

L’intervento richiede sia ricambi da acquistare che intervento tecnico adeguato, dunque cerceremo di valutare la miglior soluzione per dare continuità a questi importanti dati.

Già oggi comunque possiamo dire che la stazione meteo si sta rivelando un prezioso strumento di osservazione, di ricerca scientifica e anche di informazione alla popolazione e turisti.